In questo articolo vorrei parlare di una soluzione SEO friendly per la costruzione di un sito web multilingua con url strutturate per sottocartelle e con redirect basato sulla posizione geografica degli utenti (redirect basato sull’IP).

 

DOMINI DI PRIMO LIVELLO, SOTTODOMI E SOTTOCARTELLE

La scelta di strutturare le url per sottocartelle, sottodomini o domini di primo livello è molto importante, per intendersi ecco a cosa mi riferisco:

A) Domini di primo livello
www.miodomino.co.uk per l’inglese / www.miodominio.it per l’italiano / www.miodominio.fr per il francese etc.

B) Sottodomini
en.miodominio.com per l’inglese / it.miodominio.com per l’italiano / fr.miodominio.com per il francese

C) Sito con url strutturate per sottocartelle
www.miodominio.com/en/ per l’inglese / www.miodominio.com/it/ per l’italiano / www.miodominio.com/fr/ per il francese

Tale scelta dipende da una serie di fattori su cui non mi dilungherò, basti dire che i domini di primo livello relativi ai vari paesi (.it – .fr – .co.uk etc.) hanno il pregio di identificare con molta precisione il paese target del sito web, richiedono però una gestione più onerosa perché sono da trattare come siti web indipendenti. I siti web strutturati in sottocartelle sono sicuramente più facili da gestire ma richiedono un set up ad hoc per far capire a Google quali sono i target della varie sottocartelle (lingue e paesi). I sottodomini invece sono una via di mezzo tra le due soluzioni.

Altri sistemi per ottenere un sito web multilingua come ad esempio l’utilizzo dei parametri nelle url (site.com?loc=de, ?country=france, etc) dal punto di vista SEO sono sconsigliabili. Per un approfondimento ecco il link alla documentazione ufficiale di Google, qui >>

Non esiste una soluzione migliore, la scelta dipende dal tipo di progetto e dal tipo di organizzazione interna all’azienda, a conferma di questa affermazione ecco alcuni esempi di siti di grande successo che utilizzano soluzioni diverse:

  • Zalando, domini di primo livello
  • Wikipedia, sottodomini
  • Nike.com, sottocartelle

Sono possibili anche soluzioni miste, ad esempio yoox.com ha url con struttura per sottocartelle ma per alcuni mercati ha un dominio di primo livello, è il caso, ad esempio, della Cina. Quello cinese è un mercato molto grande e con peculiarità tali, da rendere la scelta del dominio di primo livello praticamente obbligatoria.

Da questa breve panoramica risulterà evidente che questa scelta è molto importante e deve essere fatta con criterio. In questo articolo tratteremo solo del caso di un sito multilingua strutturato in sottocartelle.

IP REDIRECT

Una delle prime problematiche da affrontare nel caso si abbia un sito multilingua strutturato in sottocartelle è: come indirizzo gli utenti alla versione del sito a loro dedicata? Le soluzioni possono essere:

    1. 1) Lasciare che lo facciano da soli, scegliere una versione di default e inserire un selettore di lingua e valuta.

 

      1. 2) Reindirizzare gli utenti sulla base della lingua del browser che stanno utilizzando. Ovvero: chi naviga da un browser in lingua inglese finisce sulla versione in inglese e così via per tutte le lingue.

 

      1. 3) Reindirizzare gli utenti sulla base del loro indirizzo IP. Gli IP sono associati a posizioni geografiche e sono abbastanza affidabili soprattutto se il livello di precisione richiesto è la nazione. Sono meno affidabili se il livello richiesto è la città, ma questo qui non ci interessa.

La soluzione 3 è sicuramente la più elegante e affidabile. Nel secondo caso, infatti, avremmo il problema di non poter capire quando, ad esempio, un utente italiano sta navigando con un browser in un’altra lingua, cosa tutt’altro che rara. Il rischio è di inviare gli utenti alla versione sbagliata del sito.

Nel primo caso invece si lascia all’utente l’onere di scegliersi la lingua, con il risultato che chi arriva sulla versione di default potrebbe trovarsi davanti ad un sito di cui non comprende la lingua. Un discreto disincentivo a continuare la navigazione.

La terza soluzione sembra la migliore, se non fosse che nella documentazione di Google si legge a chiare lettere:

Avoid automatic redirection based on the user’s perceived language. These redirections could prevent users (and search engines) from viewing all the versions of your site.

Google sembrerebbe consigliare la prima soluzione, salvo poi comportarsi in modo assolutamente diverso e infatti se provate dall’ Italia ad andare su Google.com verrete reindirizzati a Google.it …

Comunque, il punto della questione è: inserendo un redirect basato sull’IP non reindirizzerete solo gli utenti, ma anche Googlebot, con il rischio concreto che Google veda solo le pagine in una lingua e che tutte le altre non compaiano tra i risultati di ricerca. Come fare per essere sicuri che Googlebot scansioni l’intero sito?

IP REDIRECT E PROBLEMI DI INDICIZZAZIONE, UNA SOLUZIONE.

Per spiegare la soluzione al problema faremo riferimento ad un caso reale, ecco cosa accade su nike.com, lo store on-line della nike:

Nike.com ha le url strutturate per sotocartelle: http://www.nike.com/it/it_it/ - http://www.nike.com/gb/en_gb/ - http://www.nike.com/us/en_us/ etc…

Gli utenti che accedono a www.nike.com sono reindirizzati (redirect 302 sulla base del loro IP) alla versione corretta del sito. Ci sono versioni del sito dedicate a paesi, oppure a macro aree, ad esempio:

http://www.nike.com/it/it_it/ versione dedicata all’Italia
http://www.nike.com/us/en_us/ versione dedicata agli USA
http://www.nike.com/xl/es_la/ versione dedicata ai paesi latino americani
http://www.nike.com/xf/en_gb/ versione dedicata all’africa

In tutto ci sono più di 45 versioni diverse.

Per assicurarsi che Google indicizzi tutte le versioni di nike.com è stata creata una pagina, chiamata language tunnel:
http://www.nike.com/language_tunnel.

La pagina è l’unica che si trova nella root principale e contiene semplici link html testuali (quelli che piacciono di più a big G) a tutte le diverse versioni (home page) del sito. In tutte le pagine è stato inserito un link (follow) alla pagina language tunnel.

language tunnel sito nike.com

Dal punto di vista dell’utente il link è poco visibile, si trova in basso nel footer, ma assicura che Googlebot trovi il language tunnel e da li trovi tutte le versioni del sito. Chiaramente l’ IP redirect deve essere impostato solo su www.nike.com, in altre parole deve essere possibile raggiungere il language tunnel e da li tutte le versioni del sito.

 

crawler link

 

NOTA FINALE sui siti multilingua.

Questa soluzione non sostituisce tutte le altre buone pratiche necessarie nel caso di un sito multilingua strutturato in sottocartelle. Dovrete comunque inviare sitemap per ogni lingua e utilizzare il Tools di geotargeting di Google Web Master Tool.

Un’altra cosa decisamente importante: inserite il TAG HREFLAG in tutte le pagine del sito web. Il Tag segnalerà a Google che esistono versioni in più lingue della stessa pagina. Questo aiuterà il motore di ricerca a visualizzare la pagina corretta tra i risultati di ricerca. Ovvero: la pagina in italiano per le ricerche su Google.it e la pagina in francese per le ricerche in Google.fr etc…

Alcuni link utili:
Per gestire il redirect sulla base degli IP: Max mind >>