Google ha annunciato che i dati relativi alle ricerche effettuate tramite il suo motore di ricerca saranno criptati.
Non sarà più possibile sapere quali parole chiave hanno dirottato traffico sul nostro sito web.
Al posto delle parole chiave Google Analytics (il sistema che fornisce statistiche di Google) riporterà “not provided”.
Cosa c’è dietro questo cambio di strategia?
Partiamo dalle motivazioni ufficiali che possono essere lette in questo annuncio fatto dalla stessa società:
Annuncio ufficiale Google>>
Secondo Google con l’introduzione di Google Plus le ricerche stanno diventando sempre più personalizzate e oscurarle si rende necessario per proteggere la privacy degli utenti.
In effetti, potete facilmente constatare che i risultati restituiti da Google per una determinata parola chiave sono diversi a seconda che siate loggati o meno nell’ ecosistema Google (Google Plus, G-mail, etc…).
Questo perché l’algoritmo alla base del motore di ricerca ha iniziato a considerare una serie di fattori, come le cerchie amicali di Google Plus o le nostre preferenze espresse cliccando sui tasti +1, determinanti nel ranking dei risultati. Quando siamo loggati, Google ci riconosce e prova a darci risultati in linea con il nostro profilo.
Le motivazioni appaiono delle più nobili, ma, ai più esperti, sono immediatamente saltate agli occhi diverse incongruenze. Prima di tutto Google con un annuncio successivo a quello citato ha dichiarato di voler criptare tutte le ricerche (anche dei non loggati in Google Plus) e, al momento, pare che questa politica non verrà applicata agli annunci pubblicitari (Google Adwords).
Quindi, i proprietari di siti web non saranno più in grado di stabilire con cifre reali (potranno solo fare delle stime) quali parole chiave stanno dirottando traffico sui loro siti, ma chi pagherà la pubblicità su Google Adwords potrà continuare a farlo tranquillamente, conoscendo quali annunci e per quali parole chiave, il traffico è arrivato sul proprio sito web.
Perché?
Volendo fare i maliziosi potremmo avanzare l’ipotesi che alla base della scelta ci siano ragioni prettamente economiche che poco hanno a che fare con la privacy. Google, infatti, non guadagna nulla dalle ricerche organiche (risultati non sponsorizzati). I dati che saranno oscurati sono molto importanti per le agenzie web, i freelance e in generale per gli esperti SEO (vedi SEO), che si occupano di posizionare i siti web dei clienti.
Da ora in poi, il risultato di un buon lavoro SEO potrà solo essere stimato, mentre il risultato di una buona campagna pubblicitaria su Adwords potrà continuare a essere valutato con cifre reali. La domanda che mi pongo e alla quale forse hanno pensato i manager di Google è: Cosa faranno le grandi compagnie che spendono cifre a molti zeri in promozione su internet?
Le grandi multinazionali hanno bisogno di valutare con la massima precisione il ROI (ritorno d’investimento) e nel breve periodo ingenti budget potrebbero essere spostati dal SEO, alle campagne pubblicitarie Adwords.
Ovvero da dove Google non guadagna, a dove Google guadagna di più.
Vedremo se mi sbaglio …
Google Analytics, data not provided
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